“Sono medico, fatemi passare, non ho tempo né voglia di fare l’alcoltest”: CIRCOLAZIONE D’EMERGENZA, ufficiale l’esenzione di ‘Servizio’ I Liberi di superare i controlli, posto di blocco ABOLITO
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“Sono medico, fatemi passare, non ho tempo né voglia di fare l’alcoltest”: pazzesco, ma vero, scatta il protocollo della ‘circolazione d’emergenza’. Diventa ufficiale l’esenzione di ‘Servizio’. Che cosa significa? Che nessuno può fermarvi.
Liberi di superare i controlli, posto di blocco abolito: le pattuglie dovranno rassegnarsi: al vostro passare, al massimo, stenderanno un tappeto rosso.
Ma è davvero così che stanno le cose? “Sono medico, fatemi passare, non ho tempo né voglia di fare l’alcoltest”: basta sul serio dire una frase del genere?
Una frase, appunto, che, in un contesto di emergenza o anche di normale circolazione, potrebbe far discutere a partire dal tono in cui viene emessa.
Ma, ecco, potrebbe essere pronunciata da un professionista sanitario fermato per un controllo su strada. Ma la domanda sorge spontanea.
Non ti possono fermare né fare i test se sei un medico
Il dubbio è lecito: la legge prevede davvero eccezioni per i medici o per altre categorie professionali quando si tratta di sottoporsi all’alcoltest? La risposta è chiara: se è questo che chiedere in maniera secca ed inequivocabile, allora dobbiamo darvi una brutta notizia. No, in effetti no, non esistono deroghe. In Italia, la normativa è uguale per tutti i conducenti, indipendentemente dalla professione.
L’articolo 186 del Codice della Strada stabilisce che chiunque guidi un veicolo a motore deve rispettare i limiti di tasso alcolemico e, in caso di controlli, è obbligato a sottoporsi alle verifiche richieste dalle forze dell’ordine. E allora?

Chiariamo come ci riescono e perché
Rifiutarsi di fare l’alcoltest non è una semplice mancanza di cortesia, ma un vero e proprio reato. Il rifiuto è infatti equiparato, dalla legge, alla guida in stato di ebbrezza con il massimo livello di alcolemia previsto. Questo comporta conseguenze molto pesanti: sanzioni pecuniarie che possono superare i 6.000 euro, sospensione o revoca della patente, decurtazione di punti e, nei casi più gravi, perfino la denuncia penale.
Essere medico, quindi, non rappresenta in alcun modo un lasciapassare. Anzi, da un punto di vista etico e sociale, la figura del medico è chiamata a dare l’esempio, trattandosi di una professione legata alla tutela della salute e alla responsabilità verso gli altri. Invocare la propria professione come “scudo” non solo non ha alcun fondamento giuridico, ma rischia di ritorcersi contro, mettendo in discussione l’immagine e la credibilità di chi lo fa. L’unico caso in cui può esserci una valutazione diversa è quello di un vero stato di emergenza, ad esempio un medico chiamato a intervenire immediatamente per salvare una vita. Tuttavia, anche in questa circostanza, la legge non annulla l’obbligo dell’alcoltest: le forze dell’ordine possono valutare la situazione e gestire i tempi in modo da permettere al medico di adempiere al suo dovere professionale, ma in seguito il controllo dovrà comunque essere eseguito.