“Se vuoi guidare dalle nostre parti, ci devi pagare”: ufficiale la TASSA DI GUIDA DI SOGGIORNO I “Tirate fuori i soldi, voi che entrate”
Automobilista si stente male in auto - malessere e disagi alla guida, non solo nausea o vomito - automotore
“Se vuoi guidare dalle nostre parti, ci devi pagare”: diventa ufficiale, adesso, quella che alcuni hanno ribattezzato come la Tassa di guida di soggiorno. Come la tassa di soggiorno degli hotel, o simili: solo che devi pagare per guidare. Ed è tutto vero.
“Tirate fuori i soldi, voi che entrate”: parafrasando in chiave automobilistica un famoso versetto di Dante, la situazione sarebbe più op meno questa,
“Se vuoi guidare dalle nostre parti, ci devi pagare”. Una frase che può sembrare assurda, eppure corrisponde alla realtà in diverse località italiane.
Non stiamo parlando di multe per eccesso di velocità, di sanzioni per accessi non autorizzati alle ZTL, o delle classiche infrazioni da autovelox.
In questo caso, l’argomento è un altro: le tasse di soggiorno e di ingresso che, in alcune città e borghi, i visitatori devono versare anche solo per poter circolare e parcheggiare con il proprio veicolo.
Adesso devi pagare anche per guidare in strada
Negli ultimi anni infatti, molte amministrazioni comunali, soprattutto nei luoghi a forte vocazione turistica, hanno introdotto una serie di balzelli legati all’uso dell’auto sul territorio. L’obiettivo ufficiale è duplice: da un lato, regolamentare i flussi di traffico per evitare il caos nelle aree storiche e nei centri più piccoli; dall’altro, ottenere risorse economiche utili per la manutenzione e i servizi legati all’accoglienza dei turisti.
Si pensi ad esempio a città come Venezia, dove l’accesso alla laguna per i non residenti comporta il pagamento di un contributo specifico, o a località montane e balneari che hanno introdotto un ticket per l’ingresso nelle zone più pregiate dal punto di vista ambientale. In certi casi, la tassa si aggiunge alla classica imposta di soggiorno pagata per l’alloggio in hotel o b&b, rendendo l’esperienza del turista non solo più suggestiva ma anche più costosa.

Più vuoi guidare, più devi pagare
Anche a Roma e in altre grandi città italiane si discute spesso di simili provvedimenti, legati alla necessità di ridurre il traffico nel cuore dei centri storici e incentivare l’uso di mezzi pubblici o navette. Non è raro che i turisti, ignari di tali regole, scoprano soltanto al momento del loro arrivo che per accedere con l’auto in una certa zona è richiesto un pagamento, pena il rischio di salate contravvenzioni.
Gli esperti sottolineano come queste misure, per quanto possano sembrare impopolari, rappresentino uno strumento efficace per garantire sostenibilità e qualità della vita dei residenti. Le strade delle città d’arte italiane non sono pensate per sostenere un traffico illimitato, e l’imposizione di un costo economico diventa così una forma di selezione naturale, capace di disincentivare l’uso dell’auto privata e al tempo stesso finanziare la tutela dei luoghi.