“Marito e moglie, non potete più farlo in auto”: ufficiale, serve il TERZO INCOMODO I Lo dice la Legge: approvato il ‘ménage a 3″
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“Marito e moglie, non potete più farlo in auto”: e ora è ufficiale, anche se a molte coppie verrà l’orticaria al solo pensiero. Se proprio lo volete fare, serve il ‘terzo incomodo’. Sì, sembra assurdo, ma lo dice la Legge.
In poche parole è come se venisse sancito e approvato una sorta di ‘ménage a 3″: o almeno a tre. Un vincolo che potrebbe fare inorridire.
Arrossire e impallidire al contempo i tradizionalisti: ma come? Il primo approccio non potrebbe che essere questo di fronte a tali affermazioni.
Andiamoci coi piedi di piombo e analizziamo il tutto con cautela. Di che cosa stiamo parlando esattamente? Ecco, è presto detto.
A prima vista sembra una notizia surreale, quasi da commedia, ma è tutto vero: esiste un caso specifico in cui marito e moglie non possono farlo da soli in macchina.
Ecco che cosa dice la legge: le coppie ‘scoppiano’ in auto
Farlo: ma fare che cosa? Una legge, nata in circostanze particolari e dettata da esigenze di sicurezza, chiarisce infatti che in determinate condizioni serve un “terzo incomodo” a bordo, pena una multa anche piuttosto salata. Ma di cosa si tratta? La norma, che ha fatto discutere in diversi Paesi, non è legata a un presunto moralismo né a una volontà di intromettersi nella vita privata delle coppie, bensì a esigenze pratiche.
In alcune situazioni – soprattutto nei contesti in cui il trasporto di passeggeri o la certificazione di un viaggio deve avere carattere ufficiale – non basta la testimonianza dei due coniugi. Serve una terza persona che faccia da garante, testimone o responsabile.

Ecco il motivo per cui serve il terzo incomodo
Un esempio curioso arriva dal mondo del trasporto pubblico non professionale, quello che riguarda determinati Paesi extraeuropei. Qui, quando si tratta di spostamenti su lunghe tratte o di viaggi legati a pratiche burocratiche, la presenza di marito e moglie da soli non è ritenuta sufficiente a garantire trasparenza o sicurezza. Ecco perché la normativa locale obbliga a viaggiare con un terzo soggetto a bordo. Una misura che può sembrare paradossale agli occhi di noi italiani, ma che in altri contesti è vista come tutela collettiva.
Le cronache riportano anche casi di automobilisti sanzionati proprio per non aver rispettato questa regola: multe che, a seconda della giurisdizione, possono arrivare a diverse centinaia di euro. L’obiettivo dichiarato è quello di prevenire situazioni di rischio, di rendere i viaggi più sicuri e – almeno nelle intenzioni dei legislatori – di avere sempre una sorta di “controllo incrociato” tra i passeggeri.