Soffri d’insonnia e te lo tieni per te? Ti TOLGONO LA PATENTE I Ufficiale il “Dovere di sicurezza pubblica”: negligenza grave, resti appiedato
Sonno-in-auto-fonte-Freepik- automotore
Soffri d’insonnia e te lo tieni per te? Ti tolgono la patente, se lo fai. Ufficiale: è la norma del “Dovere di sicurezza pubblica”. Non puoi esimerti. E nemmeno il medico: negligenza grave. E alla fine, resti appiedato.
Chiunque si metta alla guida di un veicolo deve farlo in condizioni di sicurezza, lucidità e piena responsabilità. È una regola di buon senso, prima ancora che un obbligo di legge.
Ma come si comporta la normativa nei confronti di chi soffre di insonnia? Parliamo di una condizione sempre più diffusa che può compromettere in modo significativo la capacità di concentrazione e i riflessi.
La questione è tutt’altro che marginale, perché la stanchezza e la sonnolenza al volante sono tra le principali cause di incidenti stradali in Italia. E non solo.
Il confine tra ciò che è consentito e ciò che diventa rischioso — o persino vietato — è sottile. In linea generale, la responsabilità personale dovrebbe prevalere.
Ecco cosa dicono le norme, e non solo quelle
Chi non dorme a sufficienza e sa di non essere lucido dovrebbe astenersi dal guidare, per sé e per gli altri. Tuttavia, la legge prevede anche obblighi più specifici nei casi in cui l’insonnia sia cronica o legata a patologie mediche documentate. In queste situazioni, entra in gioco il ruolo del medico di base o della commissione medica locale, chiamati a valutare l’idoneità alla guida.
Durante il rinnovo della patente, infatti, il medico ha l’obbligo di accertare che il soggetto non soffra di disturbi che possano compromettere l’attenzione, la prontezza o la capacità di controllo del mezzo. Se l’insonnia è occasionale, non costituisce un impedimento formale, ma se è persistente e influisce in modo significativo sulla vigilanza, può comportare la non idoneità temporanea o la necessità di ulteriori accertamenti.

Ti tolgono la patente: il medico non si può esimere
La normativa, dunque, è chiara: chi soffre di insonnia grave e ne è consapevole ha il dovere di comunicarlo, evitando di porsi alla guida in condizioni potenzialmente pericolose. In caso contrario, un eventuale incidente potrebbe avere gravi conseguenze legali, con l’accusa di negligenza o guida imprudente.
C’è poi l’aspetto etico, che va oltre la burocrazia. Guidare è un atto di responsabilità collettiva, e ammettere di non essere in condizioni di farlo non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza. In definitiva, dormire poco può sembrare un problema personale, ma quando ci si mette al volante diventa una questione di sicurezza pubblica. Ecco perché la legge, e ancor più il buon senso, invitano a fermarsi quando il corpo e la mente chiedono riposo: meglio un’ora di sonno in più che un rischio di troppo.