Hamilton al limite della depressione: “sono inutile, forse la Ferrari deve cambiare pilota” | La situazione

hamilton - automotore

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La stagione non si è affatto presentata, né sviluppata, così come lui – e tutti i ferraristi – auspicava. E ora Hamilton è al limite della depressione. “Sono inutile, forse la Ferrari deve cambiare pilota”. La situazione è ormai palese: e frustrante.

A Budapest, su una delle piste preferite con otto vittorie in carriera, il pilota britannico della F1 ha vissuto uno dei weekend più duri  della sua stagione.

Il Ferrarista ha buttato fuori tutto, con franchezza: onestà e frustrazione, appunto, e tutta l’amarezza a seguito del’eliminazione in Q2. Le sue sono state parole brevi, concise, e schiette.

Ma molto impattanti. Tutto in Ferrari sta girando dal verso sbagliato, e Lewis Hamilton, a seguito della dura esclusione al termine della Q2, non si nasconde.

Tutto il disappunto del britannico emerge quando, pubblicamente, accusa sé stesso per proteggere la squadra. A suo dire, ha deluso il team, tanto da suggerire un cambio di pilota.

“Sono inutile, forse la Ferrari deve cambiare pilota”

Parole forti che fanno capire quanto il 7 volte campione del mondo sia deluso. L’Hungaroring è uno dei suoi circuiti che più predilige, tanto da aver vinto otto volte in carriera. Ma quest’anno va tutto storto. Problemi di bilanciamento sulla SF-25,  fasi di sottosterzo e di sovrasterzo. Prima della terza sessione di libere, il passaggio a un maggior carico.

Nemmeno questo ha funzionato: anche in FP3 Lewis ha accusato un gap rispetto a Leclerc, con un divario  decisivo in qualifica.  Subito dopo l’eliminazione, l’inglese si è sfogato via radio con un lapalissiano “ogni volta, ogni volta”. Ma poi, di fronte ai microfoni, la delusione è venuta ancora più a galla, senza freni sulla lingua.

lewis-hamilton- automotore
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Le parole di Lewis Hamilton

“Sì, sono io ogni volta [il responsabile, ndr]”, ha detto Hamilton a Sky. “[Sono] Inutile, assolutamente inutile. Il team non ha problemi: la macchina è in pole. Forse dobbiamo cambiare il pilota perché evidentemente è possibile portare questa macchina in pole position”, ha proseguito il sette volte campione del mondo.

Davvero una confessione e uno sfogo senza precedenti, che lo pone in una posizione di totale onestà intellettuale. Mettendosi in evidenza come il primo responsabile del suo scarso rendimenti, Hamilton ha poi in qualche modo rincarato ancora di più la dose. Lo ha fatto quando ha ammesso di non “essersi sentito una sola volta” in grado di lottare per le posizioni di vertice nel weekend. Estendendo il concetto, si evince una frustrazione molto più ampia. Ma il futuro? Il vero dubbio resta proprio questo.