“Oddio e mo che faccio? Posso parcheggiare?” | Vede i nuovi posti rosa e va nel panico: cosa vogliono dire
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“Oddio e mo che faccio? Posso parcheggiare?”: la classica, tipica e per molti aspetti inevitabile esternazione di tanti automobilisti ora diventa virale. Ancor di più che sempre, e più che mai: e per una ragione ovvia. Quale? Quella del ‘colore’.
Sì, esatto, proprio il colore: e per l’esattezza, quello rosa. Proprio così: ora vedi un parcheggio contraddistinto dal colore rosa e, di primo acchito, strabuzzi gli occhi.
Vedi i nuovi posti rosa e che cosa fai? Parcheggi, non parcheggi? Cosa vorrà dire? Una mezza idea, anche solo ipotetica, certo, te lei già fatta. Eppure il dubbio resta.
E se non è così? Ed è, appunto, così che va: ovvero, va che vai nel panico: cosa vogliono dire queste indicazioni ‘rosa’? È una limitazione, una concessione.
D’accordo, ma per chi? Scopriamolo. La verità è che, quando si guida in strada, tra il poco tempo e il tipico caos urbano, ogni piccolo cambiamento ci stordisce.
E ora col parcheggio rosa si entra nel panico totale
Parcheggi l’auto – quando trovi posto, sia chiaro – e ti senti già quasi un mezzo miracolato. Vi è un totale caos, intorno alla possibilità di trovare uno stallo per la sosta in certi centri urbani che già riuscire ad accaparrarsene uno è una sorta di manna dal cielo. E se poi è bianco, ovvero gratis, ancora di più. D’accordo, se trovi quello con le strisce blu devi pagare: ma meglio della multa, o del restare a secco di parcheggi.
E se improvvisamente vedi un parcheggio contraddistinto dal colore rosa? Che devi fare? Chi può usarlo, chi ne può beneficiare, e chi no? Attenzione ai dettagli, perché non è tutto come sembra. I parcheggi rosa sono, per definizione, degli stalli pensati per le ‘famiglie’, diciamo così. Li notiamo spesso fuori dai negozi o dai centri commerciali e dal 2021, con la legge numero 121 sono stati ufficializzati dal Codice della Strada.

Parcheggi rosa, cosa dice la legge
In pratica la norma autorizza i Comuni a riservare dei parcheggi solo per alcuni veicoli: non si tratta di stalli che, genericamente, possono usare tutte le famiglie con bimbi, come alcuni credono. Sono riservati a mezzi che sono condotti – o che hanno a bordo – da donne in gravidanza o che all’interno conducono bambini fino a due anni di età. E non basta un’autorizzazione.
Serve esibire un contrassegno rosa, che rappresenta un permesso speciale, senza il quale, se parcheggi pur avendone diritto, rischi una multa tra le 87 euro e le 344 euro. A stabilire le modalità di ottenimento, tramite richiesta, del ‘contrassegno rosa’ è il Comune di appartenenza. Questo perché, a differenza dei parcheggi per disabili, quelli rosa non sono obbligatori per legge, ma scelti per libera volontà dall’ente competente nel territorio.